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Projects

Luigi Ceccarelli
Requiem
(2001)
for v, trb, environments and sound machine


Length: 02:00:00
1� Performance: Ravenna Festival - Ravenna

musiche e sound design: Luigi Ceccarelli
coproduzione Fanny & Alexander, Ravenna Festival, Kulturfabrik Kampnagel Hamburg,
in collaborazione con Ravenna Teatro
ideazione: Chiara Lagani e Luigi de Angelis
drammaturgia: Chiara Lagani
personaggi: Afrodite Regina di Cuori (Elena Sartori), Psicopompo Bianconiglio (Marco Cavalcoli), Alice Psiche (Chiara Lagani), sorelle di Psiche (Francesca e Sara Masotti), Pan Incubus (Mirto Baliani)
fotografie: Enrico Fedrigoli
immagini video: A.Zapruderfilmmakersgroup
costumi: Chiara Lagani, Laura Manzari
realizzazione scenotecnica: Jacopo Pranzini, Sara Masotti, Claudio Pamelin, Sara Guberti, Antonio Boccadoro
consulenza e ricerca testi originali e canto dal vivo: Elena Sartori
trombone: Renzo Brocculi
regia, scene e luci: Luigi de Angelis.

Requiem è un esperimento di teatro musicale. È stato concepito come fosse un'opera lirica contemporanea, pur mantenendo appieno lo statuto di spettacolo teatrale. È un lavoro su una forma musicale tradizionale, condotto con uno dei più rappresentativi compositori di musica elettronica del momento: Luigi Ceccarelli. Lo spettacolo, in virtù di questa sua specifica natura sperimentale, di riflessione del rapporto tra due codici (musica e teatro) è stato sostenuto e prodotto dal Ravenna Festival.
Requiem è anche una riflessione sul linguaggio del mito e sulla tradizione.
Lo spettacolo narra di un abbandono e della disperata ricerca condotta attraverso un inferno che è tutto interiore.
Il mito di riferimento è il celebre "Amore e Psiche" raccontato da Apuleio nell' "Asino d'oro".
GIORDANO MONTECCHI, L'UNITA'
….Arriviamo al luogo: un muro rosso, nudo, lapide o soglia dell'aldilà. Attorno è un'arcadia di cespugli e boscaglia, fra i rami si staglia la statua bianca della Venere di Milo: Un ronzio sonoro diventa un rombo assordante che si sposta; mosconi, calabroni sfrecciano…... Il muro si accende: luci, fuochi, la scena si anima. Nell'aria lacerata dai suoni ovunque, corrono i gesti e le voci degli interpreti in gara di bravura tra loro…. Luigi Ceccarelli è il signore del tuono. Nella sua fucina le voci diventano polifonie metalliche, taglienti di cattiveria. Gli smarrimenti e i vaniloqui di Psyche generano marosi in tempesta, spalancano abissi, uno, mille tromboni riversano tonnellate si suono, come si svegliassero le navi che dormono poco lontano. Ma dalla statua di Afrodite nasce un canto: Requiem Aeternam, poi Kirye, Dies Irae, Lacrimosa, Agnus Dei. La melopea gregoriana è un canto di sirena o di strega, seducente e terribile che si rifrange, si amplifica, combatte con le parole. Nella dimensione sonora il dramma di coppie ed antagonisti - Eros e Psiche, Afrodite contro Psyche - si muta in binomio psyche e techné. Qui la meraviglia cavalca a briglie sciolte, la tecnologia elettronica dona alla parole un'aura, uno strapotere emotivo che seduce e ammalia. La metamorfosi è continua: suono, rumore, canto, parola, musica si compenetrano, si generano uno dall'altro in una drammaturgia uditiva che azzera il tradizionale dualismo parola/musica. È un teatro nuovo e dunque benvenuto, un neo-barocco tecnologico forse fin troppo seduttivo e immaginifico; un fiume in piena che già reca in sé il bisogno di un argine che ne disciplini il corso. Chapeau!".