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Opere

Salvatore Sciarrino
Quartetto n.7
(1999)
per Quartetto d'archi


Durata: 12:00
Editore: Ricordi
1� Esecuzione: Reggio Emilia - Teatro Romolo Valli - Concorso Borciani - 06/2000

L'elaborazione di uno stile vocale è stato uno degli obiettivi più coscienti che mi sia imposto. Per tale impresa ho impiegato circa dieci anni, e ancora altrettanti per misurare nella loro portata i risultati.
Necessario affrancare la voce dall'inerte imitazione degli strumenti, da goffe genericità; ma soprattutto necessario ridare al canto tutte le sue forze senza tornare a motivi vecchi, troppo scontati: essi producono una superficiale gradevolezza che è il contrario dell'espressione.
Recentemente ho voluto applicare le mie piccole conquiste vocali agli strumenti. Dunque una verifica al contrario è la storia del Quartetto n. 7, nato come pezzo d'obbligo al Concorso Borciani. Volevo infatti evitare l'aspetto virtuosistico insito nel concetto stesso di competere, percorrendo la tradizione intima e declamata che Beethoven ha inaugurato nei suoi Adagi. Per me non si tratta di una scelta scontata ed essa può aver sorpreso qualcuno. In effetti la mia musica è agli antipodi del virtuosismo. Richiedo sempre maggiori responsabilità agli interpreti, e ciò costituisce un nodo e la difficoltà principale: il resto è solo una conseguenza. Vorrei che ogni esecutore compisse cose che ad altri non sono date. Non parlo di miracoli, intendiamoci. Trasfigurare se stessi, il luogo e chi ascolta è il livello minimo dell'interpretazione; se tale magia non avviene è inutile suonare, perché non entra in gioco il potere terapeutico, caratteristico della musica. L'espressione e il coinvolgimento diretto ne sono la base. Ognuno di noi ha qualcosa da dire. Come altrimenti potrebbero affascinare certi musicisti da strada?
Misurarsi dunque con se stessi, migliorarsi. Cercare l'altro.
Il mito narra che Orfeo ammansiva le belve, commuoveva persino le pietre: egli valicava le barriere della vita. Ve lo immaginate che ridicolo, se avesse voluto dimostrare bravura o, peggio, limitarsi alle note?
(Salvatore Sciarrino)