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Works

Michelangelo Lupone
In un grattacielo

for Electronics


1� Performance: Budapest - 10/2000

Radioscena musicale di Michelangelo Lupone
su testo di Enrico Palandri

Prologo, Giorgio Pressburger, voce recitante

Bozzi, Barbariccia, Signorina Allen, Elettra de Salvo, voce recitante

Diego Conti, violino

Guglielmo Pernaselci, pianoforte

Gianluca Ruggeri, percussioni

Edizioni Musicali EdiPan

Registrazioni, Giovanni Fornari, Centro Produzione Informatica Musica, Roma

Consulenza scientifica, produzione e realizzazione, Centro Ricerche Musicali - CRM, Roma

Elaborazione elettronica al sistema Fly 30, Michelangelo Lupone

Prologo di Enrico Palandri

Adattamento del testo, Michelangelo Lupone

In un grattacielo è tratto da Allegro fantastico di Enrico Palandri, Editore Bompiani

In un grattacielo

Prologo - Al sig. Bozzi lavorare con il denaro è costato caro: l'anima gli si è asciugata e non c'è più un colore, una persona, un momento in cui lui sappia vedere il soffio della vita. Vede solo il valore astratto del denaro.
La possibilità di fare qualcos'altro l'ha stordito di futuro, ha ridotto il suo desiderio a una fantasticheria senza più oggetto, un puro immaginare che non può mai incontrare il mondo. Se provasse a comprare qualcosa o a parlare apertamente a qualcuno affronterebbe l'umiliazione della propria solitudine, dovrebbe avere a che fare con il mondo, gli altri, le cose. Intorno a sé non vede che anime morte come la sua, sogna di un'altra vita e intanto spreca questa. Si aggira in ambienti ridotti a una superficie dura, in un mondo senza vento, persino gli ascensori che salgono e scendono nel grattacielo in cui lavora gli sembrano più vivi di lui. Quello che accade fuori da sé non può più che immaginarlo…

Bozzi - Ieri sera sono uscito dal grattacielo che non capivo niente.
Avevo negli occhi lo schermo del computer e continuavo a vedere indici, titoli, proiezioni.
Ora per la nostra banca mi occupo (S) della gestione dei fondi e mi tocca ascoltare un mucchio di gente; tutti falsi quando vogliono Soldi.

Non sono indifeso comunque, dietro le mie matite (S) appuntite, con le mie cosette in ordine sul tavolo e i telefoni puliti uno a fianco all'altro, pronti a squillare e interrompermi se uno di questi clienti inizia a tirarla per le lunghe: "Una telefonata urgente, mi spiace, la banca le farà sapere... ".

Pensino pure quello che vogliono di me (S), che sono già morto e non ho mai vissuto, che penso solo al Denaro. Ehm... Denaro.
E' una vita che sento queste chiacchiere!

Preferisco pensare solo al denaro.
Tra i capolavori della mia (S) carriera in questo grattacielo il mio gioiello, il mio asso nella manica è certamente la mia segretaria.
La signorina Allen lavora per me (S) da dodici anni e nella ascesa ai vertici della banca ha meriti che non le confesserò mai.
Un buon manager per riuscire deve sfruttare la sottomissione dei subalterni e renderla: produttiva.
Tra me (S) e la signorina Allen c'è ormai un equilibrio perfetto, che attraversa le nostre vite dall'erotismo alla finanza.
Nonostante fin dalle prime settimane della nostra collaborazione io le abbia imposto, con un linguaggio quasi sindacale, una relazione sessuale, posso vantarmi di non averle mai detto una sentimentalità, mai fatto credere che questi rapporti potessero in alcun modo alleviare la sua condizione, la differenza salariale. (S)
Gli ordini che le dò in ufficio tengono le oscillazioni emotive circoscritte in una sfera secondaria dei nostri rapporti di potere, dove (S) ho saldamente il comando.
Posso arrivare a dirle: "Lei ha dei bei capelli, signorina Allen", (S) ma mantenendomi cautamente all'esterno, non voglio sapere cosa pensa davvero o chi è o chi vorrebbe essere.
Dopo dodici anni che ci respiriamo sul collo non le ho ancora permesso di darmi del tu, ma tutta questa affettività (S) negata non è stata inutile, siamo saliti, saliti sempre più in alto nella banca e ormai intravediamo la cima: ancora due o tre anni al massimo e siamo nell'Olimpo, il novantanovesimo piano, la direzione generale, l'Olimpo!

Ieri sera avevo fatto anche più tardi del solito, ero rimasto solo al mio piano.
Avevo lavorato talmente che non vedevo più i muri o il tappeto, camminavo come un automa verso gli ascensori.
Pensavo che con i miei (S) investimenti di oggi avrei potuto comprare una villa, una collezione di macchine d'epoca, dei quadri...
Ma in fondo i soldi a me piacciono così, tanti e puramente teorici, investiti a Hong Kong, a Tokyo, a New York.
E non c'è nulla che mi possa fruttare denaro come (S) comprare altro denaro...; quando mio fratello mi dice: "E goditeli!" mi dà una pugnalata.
Perché come potrei godere sapendo che in quello che ho comprato ho bloccato un capitale che in questo momento potrebbe fruttarmi dieci volte tanto se investito (S) come si deve?
Ma io godo, non ti preoccupare che godo.
Invece lui inizia a lamentarsi, il figlio gli ha sfasciato la macchina, la moglie vuole la pelliccia, mentre io mi sento leggero, io non (S) ho queste preoccupazioni.

Ma voi avete mai messo via qualcosa?
Disastri ambulanti... vi ammazzerei tutti.
Guardate me (S), una vita comoda ma senza stravaganze.
Ho bisogno di nessuno? No, assolutamente no, va bene così.
Ma la gente non capisce nulla di economia, si sposano e fanno i figli senza neppure sapere se possono permetterselo, e poi vengono a chiedere soldi a noi.

Ieri sera gli ascensori erano fermi, non (S) avevo mai fatto così tardi.
Mentre tornavo verso l'ufficio per telefonare alla guardia ho visto in fondo al corridoio un signore grassottello, basso, (con disprezzo) con la barbetta bianca a punta, aveva una divisa scura con un distintivo piuttosto appariscente: due fiamme tenute insieme da una corda.
Camminava verso di me a passetti veloci.

Barbariccia - Gli ascensori sono fermi! E già, ormai... venga con me ne faccio arrivare uno, ... non ne posso più di quest'aria condizionata.
Ecco il suo ascensore... Viene fino in fondo vero?

Bozzi - Certo, …(S) quel distintivo è dei pompieri?

Barbariccia - Pompieri! (risata sguaiata)
Pom...pie...ri (risata sempre più forte, senza freno...di colpo inferocito)
Prima pensa che vorrebbe ammazzare tutti quanti e adesso vuole che io le spieghi? A cosa dobbiamo questo improvviso interesse per gli altri, signor Bozzi?

Bozzi - ll tono era così sgarbato e la faccia che gli era venuta urlando così brutta e rossa che decisi di ignorarlo.
Mi sono guardato attorno evitando i suoi occhietti da capra e mi (S) sono accorto che sulla bottoniera dei comandi c'era un solo pulsante!

Barbariccia - Un ascensore un pò particolare, non è vero signor Bozzi?

Bozzi - Ma quanto manca al piano terra?

Barbariccia - Al piano terra! (risata disgustata, senza freno)
Stiamo precipitando verso la fine dei suoi giorni, signor Bozzi. E poi il distintivo non è dei pompieri, ...
(quasi rantolando) noi le fiamme non le spegnamo, anzi...

Bozzi - Vorrei scendere (con dignità, distaccato)

Barbariccia - (Risata disgustata). Caro signor Bozzi ancora un attimo di pazienza, siamo quasi arrivati.
Si accomodi signor Bozzi, siamo arrivati ora deve tornare nel suo ufficio e telefonare alla guardia

Bozzi - Non so bene come, ma quell'ometto con la barba riccia mi ha girato e con un calcio in culo mi (S) ha scaraventato fuori, le porte si sono richiuse e di nuovo è mancata l'energia elettrica all'ascensore.
Stamattina ho telefonato a mio fratello, perché non riuscivo a convincermi che mi ero sognato tutto e mi ha detto: "Ma certo, non lo sapevi che sei morto da un pezzo?
L'ho raccontato al mio collega De Donato, un altro di questi che mi (S) prendono in giro perché non so vivere, e lui, senza farmi finire mi ha chiesto se questo è l'inferno, secondo Barbariccia.
Alla mia segretaria non voglio parlarne, non vorrei che cogliesse l'occasione di questa mia temporanea confu(S)sione per tentare di modificare i nostri rapporti.

Dobbiamo salire sull'Olimpo, non ci possiamo permettere dubbi.

Stamattina la signorina Allen è entrata esultante in ufficio

Signorina Allen - Dottore, ce l'abbiamo fatta, è morto Curtley, hanno promosso lei. Andiamo nell'Olimpo!

Bozzi - Le ho subito ordinato di ricomporsi.
Molto bene ora (S) potevo godere, assaporavo quel passo dentro di me silenziosamente.
(con tono sospensivo, falsamente interessato) "Mi dispiace ehm... infarto quindi...si...Vado di sopra a sentire!"
Appena uscito, nel corridoio ho incontrato De Donato; non ha saputo resistere ed è sbottato....
Non gli ho neanche risposto, ho continuato a camminare verso gli ascensori pensando tra me: "Crepa!"
Il novantanovesimo non è segnato nell'ascensore con un numero ma con "Olimpo".
Ho schiacciato il bottone per la prima volta e all'usciere del piano ho detto solo: "Sono Bozzi".
Lui mi ha fatto strada. Ha aperto la porta e mi ha consegnato le chiavi. Mi sono chiuso dentro.
Era un ufficio gigantesco, si avvertiva la differenza con l'ottantaseiesimo, eccome!
Ho camminato adagio verso le grandi finestre da cui si dominava la città.
Mi sono avvicinato al tavolo e sono andato a sedermi al mio posto. Ero eccitato.
C'era una foto di Curtley (S) seduto al posto dove ero seduto io e l'ho subito (S) riconosciuto, ... era Barbariccia.

(Risate sempre più forti!!)
Mi sono diretto verso la porta tenendo un contegno (S) dignitoso, ma le chiavi mi (S) sono cadute per terra e si sono messe a correre a piccoli, rapidissimi passettini.
Tentavo di riprenderle senza scom(S)pormi, tagliando loro astutamente (S) la strada o fingendo (S) indifferenza per poterle pestare improvvisamente con un piede; poi la finestra si è spalancata ed è entrata una ventata calda, (S) sporca.
Ho subito capito che intenzioni aveva e mi sono girato "Barbariccia (S) ora smettila"
(Risate)
Pensavo a De Donato e alla signorina Allen, come avrebbero goduto.
Non ci crederà mai (S) nessuno, "Barbariccia, smettila!".
Barbariccia - (Risate e in falsetto) "Aiuto ... Aiuto ..."

Bozzi - E' stato allora che ho sentito lo ste(S)sso calcio nel culo della sera prima, solo che questa volta mi ha fatto volare giù per il grattacielo e per quanto cercassi di mantenere la mia fredda dignità mi (S) sono preoccupato.
Non ho provato dolore toccando per terra, ho visto quando mi hanno posato un lenzuolo sul viso (S) ma non ho seguito il resto, (S) non aveva più nessun interesse.
Sono invece rientrato nel grattacielo e ho visto (S) De Donato andare a guardare l'ufficio da cui ero volato.
Si è portato die(S)tro la signorina Allen.
All'inizio (S) erano seri, poi hanno cominciato a ri(S)dere e scherzare.
Ci stanno comunque mettendo un secolo per arrivare al dunque...
De Donato combina un disastro dietro l'altro sui miei (S) mercati ... incompetente!