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Opere

Michelangelo Lupone
Canto di madre
(1998)
per Computer

suoni vocali: Silvia Schiavoni
suoni sintetici: modello virtuale della corda eccitata da archetto realizzati da Michelangelo Lupone, Marco Palumbi, Lorenzo Seno presso il CRM-Roma (1997).

Dedicato ad Antonio Lupone.
Il brano "Canto di madre" è stato scritto su commissione della Radio Vaticana all'interno di un progetto, sviluppato e coordinato da Marco Di Battista, che raccoglie opere di diversi compositori contemporanei ai quali è stato richiesto di realizzare, attraverso la musica elettronica, una riflessione sul sacro e sulle tematiche mariane.
Il lavoro di Lupone intorno alla figura di Maria ha privilegiato i significati assunti dal concetto di madre, ha fatto emergere una pluralità di sensi e accezioni che ha potuto utilizzare nel brano come riferimento espressivo. La tolleranza, la sofferenza, il perdono, la speranza, sono i temi che in diverse culture ricorrono nel riconoscimento dei ruoli o del vissuto di una madre; il senso esteso di questi temi ha suggerito e stimolato le sue riflessioni e l'intreccio tra le parti del brano.
Una rappresentazione o meglio un'interpretazione del concetto di madre ha condotto il compositore verso una materia sonora fortemente connotata sul piano semantico: ha analizzato e scelto alcuni aspetti riconoscibili nella nostra cultura, di una voce femminile che canta e parla sui temi prescelti.
L'andamento espressivo dei suoni e delle parole studiati con Silvia Schiavoni, sono stati registrati e da questi ha ricavato un modello astratto, matematico, che ripropone la forma della voce naturale ma con un'elevata possibilità di trasformazioni ed integrazioni con altri materiali sonori di origine sintetica. Il compositore ha cercato così, i gradi di trasformazione che dal suono di una corda virtuale conducono ad una voce virtuale e da questa al canto e alla parola "madre" di una voce naturale. L'inizio del brano è caratterizzato dalla presentazione di una successione di suoni di riferimento, si tratta di una guida per l'ascolto poiché il profilo d'altezza e timbrico di questa successione deriva dall'integrazione della corda e della voce naturale. La corda si rende emergente a partire da questa successione e con progressive trasformazioni realizza una voce sintetica la cui evoluzione sonora è tesa a costruire la parola. La tensione verso la parola esaspera il suono sintetico, ne modula tutti i parametri fino alla sua trasformazione in voce naturale, quest'ultima si svela in modo univoco alla fine del brano con la parola "madre".
Il brano è stato realizzato nei laboratori dell'Istituto Gramma de L'Aquila e del CRM di Roma nel periodo Settembre - Ottobre 1998.