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Opere

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Giacinto Scelsi
Giacinto Scelsi - Biografia
La Spezia, 1905 - Roma, 1988

Sito: www.scelsi.it
Hyxos (1955)
per flauto in sol, 2 gong e campanina
Inizia a frequentare il mondo artistico, musicale e letterario negli anni Venti, durante i suoi frequenti viaggi all'estero, stabilendo amicizie che lo iniziano ai movimenti culturali internazionali dell'epoca. Agli anni Trenta risalgono i suoi interessi per linguaggi e tecniche compositive quali la dodecafonia, le teorie di Scrjabin e di Steiner. Nel 1930 porta a compimento Rotativa (Parigi, 1931), opera che lo rivela al mondo musicale internazionale. Trascorre gli anni del secondo conflitto mondiale in Svizzera, dove vengono eseguiti il Trio per archi (1942) e varie altre opere per pianoforte. Si stabilisce poi a Roma, ultimando alcune opere già iniziate: il Quartetto per archi e la Nascita del Verbo (eseguiti entrambi a Parigi nel 1949). Vive anni molto travagliati, trovando via di scampo nella poesia, nelle arti visive, nel misticismo orientale e nell'esoterismo. È di questi anni l'accettazione attiva delle filosofie orientali, delle dottrine Zen, dello Yoga e della problematica dell'Inconscio, che si riflette anche nella ricerca e nella sperimentazione in campo musicale. La strumentazione di figure determinate dal caso, l'improvvisazione su strumenti tradizionali usati in modo non ortodosso, l'uso dell'ondiola, strumento capace di riprodurre i quarti e gli ottavi di tono, ma soprattutto la maniera di improvvisare in uno stato privo di condizionamenti molto vicino al vuoto zen, improntano le sue opere più significative. Impossibilitato psichicamente e fisicamente al lavoro minuzioso di trascrizione delle proprie improvvisazioni, adottava un metodo di composizione del tutto originale: registrava su nastro magnetico le sue improvvisazioni, affidando la trascrizione a collaboratori che operavano sotto la sua guida. Il lavoro si arricchisce poi con minuziose istruzioni per l'esecuzione e con accorgimenti per dare al suono uno specifico valore (sordine per gli archi appositamente costruite su suo disegno, strumenti a corde trattati come percussioni, filtri sonori per deformare il suono dei fiati, uso della voce quale elemento di rottura della struttura sonora, basi di registrazione preesistenti quale traccia all'esecuzione). Originalissimo è peraltro il suo metodo di orchestrazione, che consiste nell'accoppiare strumenti simili sfasati fra loro di un quarto di tono, con imprevedibili effetti di battimento. La rivelazione di questa nuova fase è l'esecuzione dei Quattro pezzi su una nota, avvenuta a Parigi nel 1961. Negli anni Settanta la sua produzione si assottiglia, ma sempre più frequenti giungono i riconoscimenti a livello internazionale, con l'esecuzione di sue opere fino a quel momento raramente ascoltate. Risale agli anni Ottanta la pubblicazione della sua opera teorica e letteraria, e della sua imponente produzione musicale presso le Editions Salabert di Parigi.
Muore a Roma l'8 agosto 1988.

Per gentile concessione della Fondazione Isabella Scelsi.