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Works

Giacomo Manzoni
Frase 2
(1993)
for Flute and Violin


Length: 06:00
Editor: Ricordi
1� Performance: Roma, Istituto Giapponese di Cultura - 12/1993

"Estremità" (che è il titolo di un brano dello stesso Manzoni per voce sola) potrebbe intitolarsi del tutto legittimamente anche questa pagina. L'idea di un uso "estremo" del flauto e del violino informa totalmente due parametri essenziali: l'altezza e l'intensità. Tutta l'estensione infatti è spinta verso le zone acuta e acutissima, la dinamica, salvo sporadici interventi contrastanti, è compresa tra il p e "il più pppp possibile, al limite della percezione". Per ottenere questi risultati (oppure viceversa: chi può mai dire qual è il confine preciso tra causa ed effetto?), Manzoni ricorre all'uso di tecniche strumentali particolari: i whistle tones per il flauto (suoni sinusoidali dal tipico effetto di fischio leggerissimo) e gli armonici per il violino, con la possibilità di scegliere tra armonici naturali ed artificiali, comuni e inusitati, per la miglior realizzazione del risultato richiesto. I suoni così prodotti hanno inoltre la caratteristica di una sorprendente identità che si viene a creare tra flauto e violino, superando i confini timbrici tra strumento a fiato e strumento ad arco.
Altri mezzi tecnici "eterodossi" vengono inoltre impiegati: per il flauto, il pizzicato e alcuni suoni multipli, tra i più gravi e tra i più acuti; per il violino, lo "spazzolato" e l'uso dell'arco tirato sotto le corde. La quarta corda poi deve essere scordata al do diesis grave, suono che compare qua e là a delineare una sorta di confine frequenziale.
A fronte di tutti questi mezzi tecnici, che raggiungono punti di altissima sofisticatezza strumentale, il materiale musicale è di estrema sobrietà, coagulato in segmenti in valori lunghi, caratterizzati da una condotta delle parti eminentemente orizzontale.
Il respiro sta invece alla base dell'organizzazione ritmico-agogica (in senso assai lato: il respiro del flauto, che determina la durata dei segmenti, e i respiri che fungono da separazione-collegamento tra essi, si fondono in un unico gesto musicale continuamente sospeso. (Annamaria Morini)