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Compositori

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Giacomo Manzoni
Percorso C2
per fagotto e archi
Sergio Penazzi fagotto
I Solisti Veneti

Giacomo Manzoni ha cominciato i suoi studi a Messina con Gino Contilli, concludendoli al Conservatorio di Milano e laurendosi in Lingue presso l’Università Bocconi.
Successivamente ha lavorato come redattore per riviste musicali e collaborato, come critico musicale, con L’Unità negli anni Sessanta.
Dal 1962 al 1991 insegnante ai conservatori di Bologna e Milano, dal 1988 alla Scuola di musica di Fiesole. Ha tenuto seminari e corsi a Granada, Buenos Aires, Tokyo, Pechino, Vancouver, Parigi, Santiago ecc.
Ha composto lavori per il teatro, tra cui Atomtod (1964), Per M. Robespierre (1974) e Dr. Faustus (dal romanzo di T. Mann, 1988); per coro e orchestra, tra cui Ombre (alla memoria di Che Guevara) (1968), Parole da Beckett (1971), Hölderlin (frammento) (1972), Il deserto cresce (su testi di Nietzsche, 1993); inoltre Studio n.2 (1963), Insiemi (1967), Ode (1982), Scene sinfoniche per il Dr. Faustus (1984) per orchestra, e molte altre opere sinfoniche, Masse: omaggio a Varèse, per pianoforte e orchestra (1977), Dedica, per flauto, basso e orchestra (1986), 10 Versi di E. Dickinson, per voce e strumenti (1988), Moi, Antonin A., per 2 voci e orchestra (su testi di Artaud, 1997), Trame d’ombre, per 2 voci, coro e gruppo strumentale (testo da Zeami, 1998), Oltre la soglia per voce e quartetto (testi di autrici varie, 2000) e molte altre opere da camera, vocali, corali, elettroniche.
Tra gli interpreti delle sue opere si ricordano Maderna, Markowski, Pollini, Abbado, Muti, Gary Bertini, Svoboda, Bob Wilson.
Ha pubblicato tra l'altro "Schönberg – L’uomo, l’opera, i testi musicati" (Milano 1975, rist. 1997), Scritti, a cura di C. Tempo (Firenze 1991), "Tradizione e utopia", a cura di A. De Lisa (Milano 1994), "Écrits", a cura di L. Feneyrou (Parigi 2006), "Parole per musica" (Palermo 2007) e "Musica e progetto civile", a cura di R. Pozzi (Milano 2009), ha collaborato a pubblicazioni italiane e straniere, e tradotto numerosi testi di Arnold Schönberg e Theodor W.Adorno.
 
 

Aggiornato a 02/2014