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Cleopatra

Cantata lirica Mort de Cléopâtre di Hector Berlioz per voce e orchestra

Esecuzione della cantata con orchestra virtuale, trascrizione elettronica del suono mediante software
La realizzazione dei sistemi informatici per la trascrizione elettronica del suono è curata dalla Federazione CEMAT.

La cantata Cléopâtre fa parte di una raccolta di sei composizioni che Hector Berlioz compose tra il 1826 e il 1830 nell’ambito del Concorso "Prix de Rome", organizzato dalla sezione musica dell’Accademia delle Belle Arti, una delle quattro Accademie che formavano l’Institut de France all’epoca della Restaurazione borbonica. Il concorso di Roma si svolgeva in due tempi: il “concorso d’essai” era una prova eliminatoria nel corso della quale i candidati dovevano presentare una composizione che seguisse le severe regole del contrappunto. Il concorso definitivo era riservato ai candidati che avevano superato il concorso di prova. Essi dovevano presentare una cantata o una “scena lirica” seguendo un testo predefinito. I candidati venivano poi ospitati nei loro studi individuali all’interno dell’Institut de France. Avevano 25 giorni per terminare la loro composizione e non potevano lasciare l’Istituto per tutto questo periodo. Le composizioni finite venivano poi presentate ai membri della sezione di musica per il giudizio finale e interpretate da un pianista assunto dall’Accademia e da un cantante solista scelto ed eventualmente preparato dal candidato. Il giudizio veniva dato sulla base di tale esecuzione e di un esame della partitura. Il rapporto veniva letto durante la successiva sessione plenaria dell’Accademia e nella stessa sessione veniva poi reso noto il giudizio finale. I laureati dei diversi concorsi ricevevano un assegno dal governo francese per diversi anni e trascorrevano due anni alla Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, per studiare l’arte classica e l’italiano. Hector Berlioz vinse il premio una sola volta nel 1830 con la cantata Sardanapale.

Il testo di Pierre-Ange Vieillard de Boismartin, che serviva da base per la cantata Cléopâtre (la composizione del concorso dell’anno 1826), infiammò particolarmente l’immaginazione di Berlioz. È chiaro, dal suo manoscritto, che egli considerava l’opera come un monologo continuo piuttosto che come una cantata tradizionale con recitativi e arie ben delimitati. Eppure quell’anno l’Accademia non aggiudicò nessun premio e Berlioz non riuscì a fare eseguire la cantata. In seguito Berlioz riutilizzò la parte intitolata Meditazione così come il tema della misura 77 dell’aria finale, in Lelio o il Ritorno alla vita. Allo stesso modo si ritrova il passaggio che serve da accompagnamento alle parole di Cleopatra “Dove sul seno dei mari” nell’opera Benvenuto Cellini.

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Elisabeth GarnierElisabeth Garnier